Capo Sounion

La prima volta che sono stato a Capo Sounion era il 1994 o il 1995... sbarcati ad Atene per la gita della 5° ginnasio, ci hanno portati direttamente qui, per vedere il primo di una serie di templi dell'antica Grecia, che tanto avevamo studiato nel biennio, e in lingua originale. 
Di fatto quindi si tratta del mio primo ricordo di questa magnifica terra. Il ricordo che mi rimase di questo tempio, era quello di un luogo distante dalla città, un pò abbandonato a se stesso, ma di sicuro impatto. 
Ci sono tornato in età adulta, e ho notato subito che sono cambiate alcune cose. Anzitutto il luogo mi è parso fin da subito più curato. La stradina sistemata, un piccolo bar con annesso negozio di souvenir che non ricordavo di aver visto la prima volta.
Ciò che senza dubbio non è cambiato è la bellezza del luogo, amplificata dalla sua importanza per la storia e la religione dell'antica Grecia.
Gli antichi greci avevano un rapporto particolare col mare. Per quanto esperti navigatori (non certo al pari dei fenici! ma si spingevano in tutto il mediterraneo), dalla lettura delle opere più antiche (Omero su tutti) si può facilmente evincere come, almeno nella prima della loro storia, ci fosse perlomeno una sorta di timore reverenziale. Possiamo immaginare i primi marinai greci che si avventurano per mare, alla ricerca di destinazioni e rotte commerciali, certi della partenza, ma non così sicuri di tornare sani e salvi a casa.
Ebbene, i marinai dell'Attica erano certi (o quasi...) di aver concluso positivamente il loro viaggio quando scorgevano su questo promontorio a picco sul mare il bellissimo tempio dedicato a Poseidone. Una visione paradisiaca! L'emblema della casa che si avvicina.
Questo luogo è legato oltre che a questo aspetto pratico, ad alcune delle più famose leggende dell'antica Grecia: è da questo promontorio che si sarebbe suicidato il re Egeo, che ha poi dato il nome al mare greco, e sempre qui è morto il nocchiero della nave di Menelao (stando a Omero)...
Il sito ha poi la particolarità di portare con se traccia del passaggio di una marea di "vandali". Le sue colonne e tutti i conci che lo circondano infatti, sono stati nei secoli sfregiati da persone che ci volevano rendere partecipi del fatto che erano state li. principe di questa orda di barbari è il poeta inglese George Gordon Byron, anche lui "graffitaro" ante litteram. Fortunatamente questa usanza è ora vietata, e quegli sfregi fanno parte del fascino senza tempo di questo luogo!


uno dei custodi del tempio di Poseidone









In questa foto la firma di Lord Byron



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