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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Da Puno alla Valle Sacra

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Abbandoniamo la città del lago Titicaca, nella quale nonostante l'altitudine siamo stati bene (pian piano, ma davvero pian piano, ci si abitua alla scarsità di ossigeno), guardando con curiosità i venditori di colazioni che affollano i lati della strada con i loro contenitori variopinti. La strada da fare sarà come al solito tanta, e prenderà praticamente tutta la giornata, comprendendo però alcune significative soste, necessarie anche perchè il saliscendi prevede altitudini nuovamente importanti prima di arrivare a quella che gli antichi abitanti del Perù definivano la valle sacra (a ragione... un posto assurdo nella sua specialità!). Uno dei luoghi più interessanti che incontriamo nel nostro viaggio è Raqchi. Si tratta di un area archeologica a un centinaio di km da Cuzco, dove resistono agli eventi le rovine dell'imponente tempio del dio Wiracocha, attorniato da una serie di ambienti circolari nei quali si conservavano alimenti.  Inoltre visitiamo alcune belle chiese

Puno e il lago Titicaca: Perù o... Sardegna?!

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Non si è mai abbastanza pronti per vedere un lago di queste dimensioni. Già in passato ci era capitato di solcare un lago enorme (in Cambogia... ve lo racconterò!), e anche in quella occasione devo ammettere di essere rimasto stupito da quanta vita possa svilupparsi in un lago, ma sopratutto di quanta umanità possa vivere non sulle sponde di un lago, ma al suo interno, galleggiando quotidianamente! Il Titicaca è davvero enorme: già la piccola porzione che abbraccia Puno (la città dalla quale salpiamo) ha dimensioni importanti. Superata la strettoia fatta di canneti su fondale basso, il Titicaca ci si apre davanti in tutta la sua imponenza. Non ha davvero confini! Il mio primo scatto sul pontile: canneti e acqua a perdita d'occhio Titicaca: tra Perù, Bolivia e un cielo sconfinato Poco oltre questa barriera iniziamo a intravedere delle gialle isole con strane costruzioni di paglia. Queste isole hanno la particolarità di essere... galleggianti! Vengono costruite dagli

Il giorno del Condor

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La costante di un tour in Perù come questo è la levataccia. Non è infatti possibile vedere così tanti posti, così tante bellezze naturali e artistiche uniche senza alzarsi presto. Questo per due motivi principali: anzitutto le distanze. Ho già avuto modo di dire che in Perù le distanze non si misurano in chilometri ma in ore. Le strade, pur buone, non sono certo semplici da percorrere. Il secondo motivo è che ci sono luoghi comuni a più tour. La scelta che le guide ci hanno suggerito di fare è stata quella di alzarci un po' prima di chi faceva altri tour, per poter visitare tutti i luoghi senza dover sgomitare con troppe persone. Di fatto la scelta si è rivelata vincente. Un esempio su tutti è questo: alla Cruz del Condor, belvedere principe per vedere questi splendidi rapaci, siamo arrivati per primi. Abbiamo avuto modo di fare le foto e i video da ogni angolazione, sia dei condor in volo che dei condor appollaiati per almeno 40 minuti. Dopo questa quiete inattesa sono arrivati