Ci sono delle pietanze che fanno della semplicità la loro forza. In realtà moltissimi piatti sardi hanno tra le loro caratteristiche principali l'essenzialità. Forse i dolci sono l'eccezione che conferma questa regola, essendo spesso di fattura molto elaborata, e quasi sempre lavorati quasi come ricami. Uno dei "piatti" che preferisco in assoluto, e che fanno parte dell'elenco di piatti da assaggiare obbligatoriamente se si viene a Sorso, è senza dubbio lu cuggoni. La ricetta è semplice: si prende un tondu , un pane tipico di Sorso (SS), e lo si svuota della mollica. Per il ripieno niente di più semplice: pomodori tagliato a pezzi, fatti insaporire con sale, olio e aglio. La nota più esotica concessa è il basilico 😜 (anche se ho sentito di versioni addirittura col pomodoro cotto...). Prima di servire, attendere che i succhi dei pomodori e l'olio ammorbidiscano la crosta esterna del pane, tanto coriacea quanto saporita. Il gusto sarà sublime!
Un paio di anni fa mi sono tornati alla mente dei ricordi di un film che avevo visto da bambino, e che mi aveva colpito molto. Nei racconti, libri film o fumetti, mi piacciono molto le situazioni nelle quali per qualche motivo, i protagonisti si trovano costretti a vivere in una situazione di gruppo, senza contatti con l'esterno (illustrissimo esempio, uno per tutti: i Langolieri di Stephen King). E' proporio riflettendo su situazioni di questo tipo che mi sono ricordato di questo film, visto molti anni fa, nel quale (SPOILER) una nave, il Golia appunto, affonda (forse a seguito di un attacco militare), portandosi appresso moltissimi passeggeri, che miracolosamente sopravvivono negli abissi grazie al fatto che all'interno della nave si sono formate delle zone asciutte, nelle quali è rimasta aria. Negli anni, all'interno della nave si è formata una gerarchia di comando, che è riuscita a garantire la sopravvivenza di tutti, tenendo salve le zone asciutte, e riforne
È notte fonda quando suona la sveglia. Non sono passate che poche ore da quando ci siamo fermati a cenare, subito dopo aver preso possesso della stanza d'hotel (peraltro bellissima, molto moderna e davvero attenta sui messaggi ambientalisti... complimenti!) al termine del percorso in treno, e aver bevuto l'ennesimo Pisco Sour di questo viaggio. La regola principale della giornata del Machu Picchu è questa: occorre alzarsi prestissimo... e non sarà mai presto abbastanza! Alle tre del mattino (o giù di li) ci incamminiamo verso la via da dove si prendono i pulmini verdi che ci condurranno alla città perduta... e la fila è già lunghissima! Stipati a fianco al marciapiede, centinaia di ragazzi e ragazze, di uomini, donne e bambini, sotto una sottile pioggerella, attendono che la catena di bus inizi a muoversi verso la ripida montagna. Incuranti di questa ordinata umanità, gli addetti ai trasporti iniziano le manovre, sfiorando coi loro specchietti centinaia di teste ancor
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