Viaggio in Perù: inizia la salita

Ripartiamo dalla bellissima Arequipa di buon mattino, prendendo una strada che ci porterà verso la parte fisicamente più impegnativa del viaggio. 
Si va verso le montagne e i vulcani che hanno segnato la storia, il fisico e la teologia degli antichi abitanti del Perù. Chilometro dopo chilometro l'ossigeno diminuisce e l'altitudine si impenna. Il paesaggio intorno a noi si trasfigura, diventa brullo ma bellissimo. 
Sembra di galleggiare in una bolla d'aria schiacciati tra una terra coperta di erba gialla e un cielo che si abbassa sempre più regalando scorci di pura bellezza. Il tetto del Perù è li a portata di mano, le nuvole sono basse sulle nostre teste che diventano sempre più pesanti. Il fisico non è abituato a una tale scaristà di ossigeno, si fatica coprire distanze minime anche a passo lento.
Una sosta per vedere le prime vigogne che pascolano placide in questo paradiso giallo o per una "sosta idraulica" serve per abituarsi al passaggio dal pianeta terra all'iperuranio.
 
Ai lati della strada si vedono i primi animali selvatici

La scena non mi è nuova, vivendo in Sardegna... Mi stupisce la lunghezza del collo di questi animali!
 
La Vigogna è un animale elegante, che si mimetizza benissimo in questo paradiso

Altre timidissime vigogne in lontananza

a circa 5000 mt. di altitudine non mi sarei aspettato una strada così lineare!
La cosa pazzesca è che si arriva a 5000 metri in pullman, come se fosse normale salire oltre il Monte Bianco in macchina... La sensazione però è bella oltre il disturbo fisico. Nei mucchi di pietra creati dalle antiche popolazioni andine ad imitare le montagne e i vulcani all'orizzonte, considerate alla stregua di dei, si vive una religiosità legata alla natura, sincera e impotente davanti agli elementi.

Mirador de Los Andes
I popoli andini creando queste montagnole di pietre sovrapposte offrivano la loro adorazione ai loro dei, le montagne sullo sfondo, riproducendone le fattezze in scala
In Perù la distanza tra cielo e terra è minima

Mate Andino
 
Un piccolo venditore sul tetto del Perù!
Giungiamo dopo aver scavallato questo altipiano immenso e altissimo ad un bel villaggio (Chivay), e ci immergiamo nei profumi e nei colori del mercato locale.
I profumi mi ricordano i giorni di festa in Sardegna, della bassa valle del Coghinas o della Gallura. Vengono bollite cucinate interiora di ovicaprini o camelidi, ma il profumo è quello della zuppa (meglio suppa) gallurese... la cosa non mi stupisce. Nell'attualità del Perù riscopro molto della tradizione e della storia della mia terra... Sarà di certo anche per l'assonanza di molte parole che sento o che leggo col sardo.
Nel mercatino si vende ogni prodotto della terra, e le donne continuano a sferruzzare cuffiette, golfi e maglioni dai colori caldi con fantasie geometriche incredibili.

Chivay vista dall'alto
I muretti, le strade non asfaltate... tutto mi ricorda un tempo antico che ho visto sfilare via quando ero bambino

... e qui ditemi che non siamo in Gallura!
Una bimba ci guarda passare
 
Il marketing della strada consiglia i sacchi in bella vista

La negoziante mi osserva distrattamente

Semi e frutta di ogni genere al mercato

Il termine della giornata stupisce e lascia increduli: superato un ponticello veniamo condotti in un villaggio poco più a valle (cosa utile per ritemprare il fisico e l'animo con una dose extra di ossigeno!) che è stato trasformato in resort. Siamo sull'ansa di un fiume di montagna, immersi in una natura selvaggia con quadrupedi e uccelli che ci osservano curiosi e si lasciano fotografare con circospezione.
Dopo una buona cena andiamo a dormire stremati dall'altura e dalle emozioni provate lungo il percorso.
Domani sarà giornata di levataccia, si risale a 5000 metri, ma solo dopo (si spera!) aver visto i condor e visitato la Valle del Colca.



Un benvenuto tipico degli alberghi peruviani: foglie di coca per una tisana energizzante

Una guida alternativa... da seguire a distanza!

Sembra un borgo in una vallata svizzera

Le sale comuni: ristorante, osservatorio astronomico e... chiesa!

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