Lettere da Saigon
Piccola premessa, valida per tutti i post che tratteranno del Vietnam:
Parlare del Vietnam mi crea non poche difficoltà. Ritornare con la mente a quel viaggio mi fa sentire un tonfo di nostalgia in fondo a cuore. Pensare che mentre noi siamo qui ad affrontare la triste quotidianità (lasso di tempo che intercorre tra un viaggio e l'altro), c'è un luogo magico, bellissimo, pulito, profumato, pieno di storia e di persone che hanno un anima grande, accogliente e dolce, mi pare un ingiustizia insopportabile. Se il mondo fosse un luogo buono e giusto, ognuno di noi vivrebbe nel magnifico Vietnam, godrebbe di una delle cucine più raffinate del mondo (magari senza il maledetto coriandolo...), e sarebbe immerso in quella quiete che fa apprezzare meglio la bellezza della vita.
Chiusa la premessa, passiamo al post
Giunti a Saigon dopo aver percorso tutto il Vietnam in lungo e in largo (in realtà ci spingeremo molto più a sud, ma questo ve lo racconterò in futuro, quando vi parlerò anche del resto del viaggio), ci rechiamo in una zone più famose e frequentate della città, giusto per iniziare ad avere qualche punto di riferimento.
Il cielo è grigio e carico di pioggia, e mentre le prime avvisaglie di un forte acquazzone si fanno sentire, visitiamo la bella cattedrale di Notre Dame (la chiesa più tecnologica che io abbia mai visto... se siete seduti in un punto dal quale non si vede l'altare, non vi preoccupate! ci sono dei televisori che ritrasmettono il video della messa in diretta!!!). All'interno si respira un clima molto europeo, a dire il vero comune a tutto il resto della città.
Saigon (sarebbe più corretto chiamarla Ho Chi Min City... ma che mi frega??), fra tutti i luoghi che abbiamo visitato in Vietnam è certamente la città più a misura di occidentale.
Questo però non ne diminuisce il fascino!
Infatti basta distogliere per un attimo l'attenzione dai palazzi che sorgono nelle grandi vie di questa zona, e che ospitano i grandi marchi della moda italiana e francese, per incontrare uno dei personaggi più particolari e "romantici" di tutto il viaggio.
Usciti dalla cattedrale infatti, la pioggia ci costringe a ripararci all'interno dell'ufficio postale che sorge li a pochi passi.
Immerso in un vortice di suoni, attorniato da centinaia di impiegati e di persone comuni intente a spedire lettere e pacchi dall'imballaggio a volte improbabile, ma sopratutto attorniato da una spirale di turisti ai quali regala sorrisi di una gentilezza che non fa certo parte di quest'epoca, ecco il signor Duong Van Ngo. Un anziano esile, dalla carnagione scura per il carico di anni, con una chioma folta di sottilissimi capelli bianchi, che scrive in modo puntiglioso e preciso nel caos più assoluto, compiacendo decine di fotografi della domenica (come me) che lo soffocano (non io... almeno questo no! Sono stato molto rispettoso).
Egli è uno degli ultimi "scrittori pubblici" dell'ufficio postale. Certamente il più famoso.
il suo mestiere, forse la sua arte, consiste nello scrivere lettere per altri con la sua magnifica calligrafia. Una figura necessaria per gli analfabeti, ma di sicuro utile per chi ha una grafia assurda come la mia!
Dietro il cartello trilingue (vietnamita, inglese e francese) che ne specifica la professione, con una lente di ingrandimento e dei pennini, ascolta quanto il suo cliente di turno gli chiede di scrivere, e lo traspone in bella grafia.
Non so se il signor Duong sia ancora operativo... noi siamo stati a Saigon nell'estate del 2014. Se passate da quelle parti però, vi consiglio di spendere 10 minuti della vostra giornata per vedere questo incredibile personaggio!
Parlare del Vietnam mi crea non poche difficoltà. Ritornare con la mente a quel viaggio mi fa sentire un tonfo di nostalgia in fondo a cuore. Pensare che mentre noi siamo qui ad affrontare la triste quotidianità (lasso di tempo che intercorre tra un viaggio e l'altro), c'è un luogo magico, bellissimo, pulito, profumato, pieno di storia e di persone che hanno un anima grande, accogliente e dolce, mi pare un ingiustizia insopportabile. Se il mondo fosse un luogo buono e giusto, ognuno di noi vivrebbe nel magnifico Vietnam, godrebbe di una delle cucine più raffinate del mondo (magari senza il maledetto coriandolo...), e sarebbe immerso in quella quiete che fa apprezzare meglio la bellezza della vita.
Chiusa la premessa, passiamo al post
Giunti a Saigon dopo aver percorso tutto il Vietnam in lungo e in largo (in realtà ci spingeremo molto più a sud, ma questo ve lo racconterò in futuro, quando vi parlerò anche del resto del viaggio), ci rechiamo in una zone più famose e frequentate della città, giusto per iniziare ad avere qualche punto di riferimento.
Il cielo è grigio e carico di pioggia, e mentre le prime avvisaglie di un forte acquazzone si fanno sentire, visitiamo la bella cattedrale di Notre Dame (la chiesa più tecnologica che io abbia mai visto... se siete seduti in un punto dal quale non si vede l'altare, non vi preoccupate! ci sono dei televisori che ritrasmettono il video della messa in diretta!!!). All'interno si respira un clima molto europeo, a dire il vero comune a tutto il resto della città.
La Cattedrale di Notre Dame |
Saigon (sarebbe più corretto chiamarla Ho Chi Min City... ma che mi frega??), fra tutti i luoghi che abbiamo visitato in Vietnam è certamente la città più a misura di occidentale.
Questo però non ne diminuisce il fascino!
Infatti basta distogliere per un attimo l'attenzione dai palazzi che sorgono nelle grandi vie di questa zona, e che ospitano i grandi marchi della moda italiana e francese, per incontrare uno dei personaggi più particolari e "romantici" di tutto il viaggio.
Usciti dalla cattedrale infatti, la pioggia ci costringe a ripararci all'interno dell'ufficio postale che sorge li a pochi passi.
L'ingresso dell'ufficio postale |
Immerso in un vortice di suoni, attorniato da centinaia di impiegati e di persone comuni intente a spedire lettere e pacchi dall'imballaggio a volte improbabile, ma sopratutto attorniato da una spirale di turisti ai quali regala sorrisi di una gentilezza che non fa certo parte di quest'epoca, ecco il signor Duong Van Ngo. Un anziano esile, dalla carnagione scura per il carico di anni, con una chioma folta di sottilissimi capelli bianchi, che scrive in modo puntiglioso e preciso nel caos più assoluto, compiacendo decine di fotografi della domenica (come me) che lo soffocano (non io... almeno questo no! Sono stato molto rispettoso).
Egli è uno degli ultimi "scrittori pubblici" dell'ufficio postale. Certamente il più famoso.
il suo mestiere, forse la sua arte, consiste nello scrivere lettere per altri con la sua magnifica calligrafia. Una figura necessaria per gli analfabeti, ma di sicuro utile per chi ha una grafia assurda come la mia!
Dietro il cartello trilingue (vietnamita, inglese e francese) che ne specifica la professione, con una lente di ingrandimento e dei pennini, ascolta quanto il suo cliente di turno gli chiede di scrivere, e lo traspone in bella grafia.
Non so se il signor Duong sia ancora operativo... noi siamo stati a Saigon nell'estate del 2014. Se passate da quelle parti però, vi consiglio di spendere 10 minuti della vostra giornata per vedere questo incredibile personaggio!
Il sig. Duong Van Ngo mi regala un sorriso |
All'opera! |
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